Qualunque dato scientifico, anche se mosso da congetture e/o ipotesi razionali, deve essere infine frutto di, e confermato da, sperimentazione. Questa può essere
una semplice indagine in vitro (ad esempio su coltura cellulare), o una più complessa sperimentazione in vivo (su modelli sperimentali animali), ex vivo (su tessuti
derivanti da modelli sperimentali animali impiegati) o clinica (sul volontario sano o sul soggetto affetto da qualche patologia oggetto di diagnosi precedente).
Anche le finalità di una sperimentazione possono essere diverse: farmacocinetiche, farmacodinamiche o tossicologiche. Qualunque sia il modus operandi, tutte le
sperimentazioni finalizzate all'indagine conoscitiva di una preparazione che poi risulterà reperibile in commercio per uso nutraceutico, cosmeceutico o farmaceutico,
devono essere eseguite impiegando esattamente il principio attivo reperibile nelle forme finite commercializzate. Se si intende cioè sviluppare una preparazione a
base di Vaccinium macrocarpon per la prevenzione delle cistiti ricorrenti sostenute da E. coli, l'oggetto delle sperimentazioni dovrà essere assolutamente il derivato
che poi verrà impiegato nella commercializzazione. Questo eviterà di cadere nella tanto comune stolen science, la proposizione cioè di dati ottenuti con una materia
prima, o un ingrediente, simile, anche molto, ma non identico e non chimicamente sovrapponibile con la materia prima, o l'ingrediente, oggetto della commercializzazione.
Estremamente comune oggi è invece il contrario: la proposizione ad esempio di un preparato a base di Vaccinium macrocarpon assolutamente non investigato, accompagnato
dalla documentazione scientifica di un derivato, sempre da Vaccinium macrocarpon, chimicamente differente (per profilo chimico, specifiche, processo produttivo, etc.)
e oggetto dell'indagine conoscitiva di qualche ricercatore che nulla ha a che vedere con il preparato che si intende commercializzare. Ovviamente quanto proposto a mo'
di esempio per il mirtillo rosso è traslabile nella gran parte dell'ingredientistica impiegata nella formulazioni, soprattutto di nutraceutici.
La corretta corrispondenza biunivoca tra principio attivo e documentazione fornita non è però ancora sufficiente garanzia di scientificità. Soprattutto per quanto concerne
la sperimentazione clinica, la preparazione oggetto dell'indagine deve essere identica anche per quanto concerne la composizione in eccipienti a quella che si intende promuovere e
commercializzare. Anche le semplici variazioni in termini di formulazione galenica, influenzando stabilit?, cinetica e assorbimenti, possono infatti determinare scostamenti tra
il dato atteso e quello verificato.
Per questi motivi Velleja Research, grazie ad una importante rete di collaborazioni scientifiche con Università e strutture clinico-ospedaliere italiane ed estere, pone la verifica
tossicologica, farmacologica, farmacocinetica, farmacodinamica e clinica delle preparazioni oggetto di possibile futura commercializzazione, assolutamente ben definitive in termini
formulativi, come target prioritari di ricerca scientifica.